Nella gloriosa storia del Boca Juniors diventa davvero difficile stilare una classifica di merito o anche fare un semplice elenco di tutti i grandi giocatori che hanno vestito questa prestigiosa camiseta senza incorrere nel rischio di errori o dimenticanze.
Basti pensare che dalle parti della Bombonera è passato, anche se solo per 3 stagioni complessive in due differenti periodi, il più grande di tutti: un certo Diego Armando Maradona.
Ma c’è un giocatore che più di ogni altro ha legato la storia recente del Boca con quella personale: Juan Roman Riquelme.
La sua carriera parla di ben 13 stagioni con il Boca, prima dal 1996 al 2002 e poi dal 2007 fino alla clamorosa cessione dell’estate di quest’anno all’Argentinos Juniors (la squadra dove è cresciuto nel settore giovanile).
Come intermezzo poco più di 4 stagioni nel calcio spagnolo, prima con il Barcellona e poi con il Villareal (che, vale la pena di ricordarlo, con Riquelme in cabina di regia raggiunse vette mai più toccata dal piccolo club della periferia di Valencia, come ad esempio giocarsi una semifinale di Champions League contro l’Arsenal proprio nel 2005-2006.)
E proprio nel dicembre di quell’anno, dopo una clamorosa diatriba con Mister Manuel Pellegrini (quello che ora è al Manchester City) il ritorno al Boca dove appunto è rimasto fino a pochi mesi fa.
Giocatore sublime, dalla visione di gioco come pochissimi nella storia del calcio.
Riquelme accarezza la palla, sa uscire in dribbling dalle situazioni più intricate, letale nei calci piazzati calcia ancora, quando necessario, d’esterno o addirittura di punta, come ormai nessuno è più in grado di fare.
Ci sono partite dove Roman è il “jefe”, il padrone assoluto, capace di dettare i ritmi del match in base alle necessità sue e del suo team. Lui che ha il “tempo di gioco” nel sangue, che può giocare 10 palloni consecutivi di prima se pressato e poi di tenere palla, anche in spazi strettissimi per diversi secondi in attesa della giocata giusta.
A mio parere c’è stato un solo un giocatore nella storia del calcio che gli è davvero assomigliato; Gianni Rivera.
Come Rivera non certo dotato dal punto di vista fisico, poca corsa e non certo un fulmine di guerra e come Rivera di certo non si è mai sprecato in rincorse ad avversari o a rischiare tibie in tackles disperati.
Ma entrambi con un caratteristica davvero rara: almeno 2 occhi in più da qualche parte in grado di vedere dal campo il passaggio filtrante che “noi umani” nemmeno seduti in tribuna saremmo capaci di vedere !
Oggi, a 36 anni suonati gioca quelli che per molti potrebbero sembrare gli ultimi scampoli di carriera con l’Argentinos Juniors nella seconda divisione argentina (dopo che la dirigenza del Boca, non senza conflitti interni e vari ripensamenti, ha deciso di prescindere dal “mudo” ,il muto, per il suo carattere taciturno e pacato) … ma attenzione perché con i suoi goals e le sue prestazioni Riquelme sta trascinando i “bichos colorados” nelle posizioni di vertice della classifica e non è impossibile immaginare che il prossimo anno potremmo rivedere Roman nella prima divisione argentina e magari rivederlo in campo proprio alla Bombonera contro l’amato Boca … facendo versare non poche lacrime a tanti tifosi degli “xeneises”.
In fondo chi può sapere quando smetterà ? I giocatori solitamente appendono le scarpe al chiodo quando il fisico non li sostiene più e correre diventa un sacrificio estremo … ma Riquelme non ha mai avuto bisogno di macinare chilometri in campo grazie ad un cervello più veloce di tutti gli altri per cui … e non dimentichiamo mai cosa disse il celeberrimo “Flaco” Cesar Menotti, l’allenatore che portò l’Argentina sulla vetta del Mondo ai mondiali del 1978 … “da quando in qua per giocare bene a pallone bisogna correre ??!!”
Un pensiero su “RIQUELME: NESSUNO COME LUI !”