Sono assolutamente certo che non esista un altro campionato al mondo capace di sfornare talenti della qualità e in quantità come il calcio argentino.
Basti guardare ai principali campionati europei dove giocatori anche giovanissimi provenienti dai clubs argentini si stanno facendo largo a suon di gol e di prestazioni di altissimo livello accanto a stelle conclamate di livello mondiale e a campioni affermati da anni sui principali palcoscenici del vecchio continente. Di Iturbe sappiamo più o meno tutto come di Lamela, Higuain, Palacios, Tevez, Aguero, di un certo Leo Messi, Lavezzi oltre ad altri non proprio di primissimo piano come Larrivey (Celta de Vigo) o i “nostrani” Larrondo (Torino) Denis (Atalanta) Gentiletti e Biglia (Lazio) Zuculini (Bologna) solo per citarne alcuni, mentre magari di Vietto del Villareal che i tifosi hanno già ribattezzato il nuovo Pepito Rossi, Ulloa del Leicester, magari non più giovanissimo ma che sta segnando a raffica in un campionato, Rescaldani, giovane attaccante del Malaga destinato a prendere a breve il posto di Roque Santa Cruz, De Paul del Valencia, trequartista dalla classe sublime ma ancora un filo acerbo, sappiamo, per ora, molto meno. E quest’anno in Argentina non sarà diverso.
Sono già in tanti i “ragazzini terribili” che si stanno facendo un nome in questo “Torneo Transicion” arrivato ormai alle battute decisive. Tutti nomi, possiamo starne certi, che a breve rivedremo nei principali campionati europei.
Il primo che voglio presentare è un autentico “genietto” sul quale sono pronto a giocarmi la mia reputazione di “presunto” esperto del calcio argentino. Il suo nome è Pablo Becker, gioca nel Rosario Central come centrocampista centrale o esterno e a soli 21 anni si sta ritagliando un posto fisso nel Rosario Central di Mister Miguel Angel Russo. Finora Russo lo ha gestito con tanta attenzione e quasi parsimonia per non bruciare quanto di buono si dice fin dai tempi delle giovanili su questo ragazzo chiamato dai tifosi “la joya” nato a Los Quirquinchos di Santa Fe nell’aprile del 1993.
Becker è il classico giocatore capace di giocare in tutti i ruoli di trequartista, sia centrale che esterno, in quanto oltre ad una tecnica eccelsa ha una grande capacità di saltare l’uomo e di “vedere” il passaggio filtrante come pochi. Notevole anche la sua abilità nei calci piazzati, sia quando si tratta di metterla in mezzo per l’abilità aerea del “loco” Abreu, di Valencia o del fortissimo centrale Donatti sia quando si tratta di cercare la porta. Il tutto “condito” da un cambio di passo davvero importante.
Ma a queste doti importanti seppur “classiche” della mezzapunta tradizionale se ne accompagnano altre non così frequenti in calciatori con queste caratteristiche. Becker da il suo contributo anche in fase di filtro, pressing e non si tira indietro nei tackles. Inoltre, pur non essendo certo un gigante (174 cm) non si tira indietro anche quando si tratta di lottare sui palloni alti.
Per ora sono soltanto due gli ostacoli che il giovane talento di Santa Fe’ deve superare; il primo è il modulo di Mister Russo, che opta quasi sempre per un classico 4-4-2 e dove l’unica possibile collocazione per Becker e sugli esterni in un modulo però che lo obbliga a compiti difensivi che gli tolgono un po’ di brillantezza nell’ultimo quarto di campo e infine una ancora scarsa concretezza sotto porta che viste le sue abilità balistiche dovrebbe comunque presto risolvere.
Questa insomma potrebbe essere la stagione della definitiva consacrazione per il giovane rosarino che, ripeto, sono pressoché certo vedremo molto presto in azione in Europa.