JORGE VALDANO : QUANDO L’UOMO E’ PIU’ GRANDE DEL CALCIATORE


Non sono tanti i giocatori che hanno vinto un mondiale di calcio e che possono dire di avere lasciato una traccia ancora maggiore DOPO la conquista del trofeo che rappresenta un po’ il sogno di tutti i calciatori.

Si, ci sono esempi importanti come Pelè, splendido ambasciatore del calcio ancora oggi a 74 anni suonati, Platini che ha fatto un’ottima carriera “politica” nel mondo del calcio, Franz Beckenbauer che ha vinto un mondiale di calcio anche da allenatore o Bobby Charlton altro eccellente esempio di etica sportiva e simbolo nel mondo per il suo Club.

Ma ce n’è uno che più di tutti sta lasciando una impronta tale da far considerare lo spessore dell’uomo ancora più importante di quello dell’atleta; quest’uomo è Jorge Valdano.

Valdano ha vinto con l’Argentina un mondiale, quello dell’86 che sarà sempre ricordato come il Mondiale di Maradona tanta fu la differenza che Diego fece in quel mondiale, segnando 4 reti e soprattutto uno dei 3 gol con cui l’Argentina batté la Germania in quel mondiale. Dopo quel mondiale giocò solo pochi mesi, esattamente fino al marzo 1987 quando, mentre vestiva la prestigiosa camiseta blanca del Real Madrid, dovette appendere la scarpe al fatidico chiodo a soli 31 anni e mezzo a causa di una debilitante Epatite. Risolti i problemi di salute il ritorno nel mondo del calcio è stato attraverso il classico passaggio a Manager, in questo caso con il Deportivo Tenerife nel 1992. L’impatto fu all’altezza della sua fama di persona competente, equilibrata e di profondo conoscitore del calcio e di tutti i suoi aspetti “collaterali”. “El poeta” (soprannome non certo casuale) rileva il Tenerife e compie l’impresa di salvare il non certo trascendentale team delle Baleari togliendosi la soddisfazione di battere nell’ultima partita di campionato proprio il Real Madrid, facendo perdere ai “bianchi” un titolo che pareva già assicurato !

Nella stagione successiva arriva addirittura un piazzamento che qualifica il piccolo team di Tenerife per la Coppa Uefa.

Nel 1994, dopo cotanti successi, arriva la chiamata del “suo” Real Madrid. Vince immediatamente la Liga facendo debuttare l’ancora minorenne RAUL Gonzales Blanco, che diventerà uno dei giocatori che hanno fatto la storia recente del prestigioso Club madrileno. La luna di miele dura però poco e a metà della stagione successiva arriva per Valdano una improvvisa (e anche un po’ frettolosa) destituzione. La successiva avventura sulla panchina del Valencia è ancora più fallimentare; un 10mo posto nella Liga e altro licenziamento. A questo punto Valdano decide di cambiare obiettivo; non più la cancha ma la scrivania dove da subito dimostra competenza e lungimiranza. La scalata, sempre all’interno del “suo” club, il Real Madrid, culmina con la decisione di Florentino Perez di dargli la carica di Direttore Generale del Club, dando così a Valdano poteri illimitati nella gestione del Club, della campagna acquisti, della gestione dei contratti dei calciatori.

Meno di due anni dopo però, arriverà uno dei momenti più controversi nella carriera di Valdano; il rapporto impossibile con Mourinho, nel frattempo diventato allenatore delle “merengues” vede Florentino Perez prendere una decisione inattesa e per molti, all’interno del Club, sbagliata e impopolare; dare cioè al controverso allenatore portoghese pieni poteri come mai era stato dato ad un allenatore nella storia del Real Madrid. Ma prima di questo licenziamento avvenuto nel maggio del 2011, Valdano ha dovuto subire le ire del focoso coach portoghese, che prima lo ha di fatto esautorato nelle trattative di mercato arrivando perfino ad impedire a Valdano di seguire le trasferte del Club o di presentarsi nella sede degli allenamenti del Real a Valdebebas … il tutto con la passività totale di Perez che invece aveva avuto in Valdano il perfetto parafulmine in tante stagioni al Real Madrid.

Valdano, da autentico signore qual è, esce dal Club in punta di piedi senza dichiarazioni polemiche o rancori e si butta ancor più a capofitto nella cosa che probabilmente gli riesce ancora meglio che giocare a calcio, allenare o di fatto, gestire un Club; scrivere libri. I libri di Jorge Valdano sono autentici trattati di sport, società e politica, con tutti gli aspetti del calcio trattati con una competenza ed una sensibilità assolutamente rari. La sua idea “etica” del calcio, così legata ancora ad una tradizione da mantenere anche e soprattutto grazie alla modernità e alle nuove tecnologie, il recupero della gestione oculata e “umana” dei settori giovanili, l’importanza della cultura, della psicologia e del “gruppo” in ogni periodo della attività agonistica fanno di Valdano un uomo a 360°, assai lontano purtroppo dagli stereotipi di tanti calciatori che una volta usciti dal dorato mondo del calcio si sono persi o sono spariti nella vita.

“Il sogno di futbolandia” o l’ultimissimo “le undici virtù del leader (il calcio come scuola di vita) solo per citare due dei suoi capolavori sono imperdibili per chi ama il calcio e soprattutto per chi pensa che il calcio sia qualcosa di più che buttare una palla in rete o sventolare una bandiera professandosi “tifoso”.

Chiudo con alcune delle sue tante, meravigliose frasi:

*Parlando della conquista del titolo mondiale disse: Sognai tante volte fin da bambino quel momento che quando segnai il gol alla Germania nella finale della coppa del Mondo pensai “oh cavolo, vedrai che adesso arriva mia madre e mi sveglia”

*Ogni volta che respiro l’odore dell’erba mi torna addosso l’infanzia” (se questa non è POESIA cos’è ?)

*Quel fondo di fascismo che si nasconde dietro la filosofia del risultato ad ogni costo è tipico della gente che divide il mondo in dominatori e dominati”

Oppure parlando del calcio italiano (per concezione suo nemico assoluto per la spiccata filosofia difensiva)

*Ci sono momenti nei quali un difensore azzurro sta per spazzare il pallone e si trova, per esempio, con le gambe di un norvegese aperte, spalancate. Un meraviglioso invito al tunnel che un uomo libero non potrebbe mai rifiutare… Il giocatore italiano tende a ignorare la tentazione e a spazzare via lo stesso.

*Presto o tardi, l’allenatore italiano avrà pietà del cavaliere solitario che schiera in attacco e gli metterà vicino qualcuno a fargli compagnia … un cane, un gatto, un canarino …

 

 

Ps: per chi si fosse eventualmente fatto delle domande affermo nel pieno delle mie capacità che non solo Valdano non mi ha dato un euro per questa smaccata ammissione d’amore nei suoi confronti ma anche che non sa neppure lontanamente della mia esistenza su questa terra !!!

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