STORIE MALEDETTE: JORGE “EL CHINO” BENITEZ
Ci sono gesti e decisioni che in una frazione di secondo possono cambiare la nostra vita.
Ci sono carriere da dignitose ad eccellenti rovinate nel giro di pochi attimi da decisioni folli e, ahimè, irreversibili.
Questa è la storia di Jorge “El Chino” Benitez.
Quando arriva al Boca Juniors nel 1973, proveniente dalla “Academia” del Racing Club, è una promettente mezzala destra, abile nel trovare i compagni liberi, capace di illuminare la partita con una palla filtrante o di saltare l’uomo e andare a creare la tanto decantata “superiorità numerica”. E poi ci mette tanta “garra” e quella piace sempre.
Il suo esordio è eccellente, anche se perdente.
E fra tutte le squadre argentine è proprio contro gli odiati “millionarios” del River Plate.
La partita finisce 2 a 1 per il River ma tutti sono concordi nel dire che il match cambia di padrone nel momento in cui lo stesso “Chino” Benitez deve uscire sfinito a metà della ripresa.
Con il Boca rimarrà 10 anni, vincendo 6 trofei e conquistando, con talento e spirito di sacrificio, l’ammirazione anche dei più scettici tifosi Xeneizes.
Uno in particolare porterà per sempre la sua firma decisiva; quello del Metropolitano del 1976 quando un suo meraviglioso destro da 25 metri regalò la vittoria sull’Huracan al Boca, consegnando ai blu e oro il titolo.
Giocherà anche due partite in Nazionale e il suo esordio, nel 1977 contro l’Ungheria, sarà nella stessa partita in cui fece il suo esordio in Nazionale anche un giovanissimo Diego Armando Maradona.
Nel 2004 arriva la chiamata più bella e insperata; il Boca Juniors, che sta attraversando uno dei peggiori periodi della sua gloriosa storia, decide di prescindere dai servizi di Miguel Angel Brindisi (uno dei più grandi calciatori argentini di tutti i tempi) e di dare le redini del team proprio a Jorge Benitez.
L’inizio è spettacolare; con una serie di convincenti prestazioni il Boca trionfa nella Copa Sudamericana di quell’anno (allora chiamata Nissan, lo sponsor della manifestazione).
Ovvio che rimanga in carica anche la stagione successiva.
Questa volta in ballo c’è la assai più prestigiosa Copa Libertadores e per il Boca i presupposti sono eccellenti.
Si arriva ai quarti di finale.
Di fronte i temibili ma non irresistibili messicani del Chivas di Guadalajara.
All’andata, in terra messicana, è una autentica disfatta.
Uno 0 a 4 che mortifica il Boca e che lascia ben poche speranze per l’incontro di ritorno.
La Bombonera però si trasforma in un autentico inferno.
I tifosi del Boca ci credono, ci crede “El Chino” e ci credono Martin Palermo, Schelotto, Ledesma e i giovanissimi Fernando Gago e Rodrigo Palacio.
Le cose però non vanno come sperato dal popolo “Xeneizes”.
Il Chivas tiene bene, non concede praticamente nulla al pur potente squadrone argentino.
La partita si incattivisce.
Il più “alterato” di tutti sembra Martin Palermo, che perde letteralmente la testa, prima inseguendo “El Bofo” Bautista per tutto il campo per poi colpirlo da dietro con una testata.
Ma il peggio deve ancora arrivare.
L’arbitro espelle entrambi e mentre scorta il malcapitato Batista fuori dal campo, coperto da insulti e oggetti di vario genere dagli inferociti tifosi del Boca, il buon Jorge Benitez decide di gettare letteralmente alle ortiche trent’anni abbondanti di onorata carriera calcistica, prima da giocatore e poi da manager.
Si fa 50 metri di campo, si avvicina al Bofo Bautista e …
La foto immortala in maniera inequivocabile il momento in cui “El Chino” colpisce in pieno volto con uno sputo il giocatore messicano.
Per Jorge Benitez è l’inizio della fine.
Anche in un Paese dove purtroppo la violenza per decenni ha macchiato questo sport un gesto del genere non può passare inosservato.
Benitez si scuserà più volte pubblicamente, ma il gesto resta e macchierà per sempre la sua carriera sportiva e la sua immagine di uomo.
Lo stesso anno terminerà la sua carriera di allenatore nel Boca e per lui dopo di questo solo qualche apparizione su panchine minori, in Ecuador e in Guatemala.
Perché, da quel giorno, Jorge Josè Benitez, sarà sempre ricordato come “El Escupitajo”. lo sputo.
A seguire, la breve sintesi della folle notte della Bombonera, con le violente immagini di quella brutta notte della storia del glorioso Boca Juniors.