Ci sono ruoli nel gioco del calcio che hanno un fascino tutto loro, davvero unico e speciale. In modo particolare quelli legati alla BELLEZZA del calcio stesso, quelli che fanno dell’estro, della fantasia, della tecnica e dell’intelligenza le caratteristiche peculiari.
Difficile che ci si innamori del roccioso difensore centrale con i piedi con la sensibilità di un mattoncino faccia-vista, o del mediano che corre 12 km a partita ma è poi in difficoltà nei passaggi di una gittata superiore ai 10 metri.
Nel calcio, da sempre, i ruoli della BELLEZZA sono quelli del n° 10, il genio, il creativo, l’irriverente, il folle. Inutile fare nomi. Pensiamo ai più grandi della storia e praticamente giocavano tutti con il n° 10 (tranne uno che amava il n° 14).
Ma ad una stretta incollatura da questo c’è quello dell’ala, che nella nostra memoria di ragazzini era quello dell’ala, n° 11 ma soprattutto dei numeri 7. Per i nostri genitori erano i Garrincha, i Matthews, i Best o i nostri Meroni, Mora fino ad arrivare a Causio, Claudio Sala o Bruno Conti.
Questi funamboli con le suole incollate alla linea laterale, capaci di saltare il proprio avversario con una facilità irrisoria e di calibrare crosses al bacio per il centravanti di stazza in mezzo all’area, oppure capaci di uscire dalle situazioni più intricate, apparentemente chiusi e senza via di scampo ad un metro dalla bandierina del corner per poi inventarsi un tunnel, una giocata con la suola della scarpa, una finta improvvisa e lasciarsi alle spalle un terzino incredulo e sbigottito.
Il calcio argentino, il mio adorato calcio argentino, non ha mai smesso di produrre grandi ali.
Ho già parlato in queste pagine di due tra i più grandi, Ortiz e Houseman.
De Maria e Lamela li conoscono un pò tutti.
Ma oggi voglio parlare di uno che chissà, potrebbe diventare davvero il più forte di tutti; Hernan Toledo, classe 1996, del Velez Sarsfield.
E’ un destro naturale che il più delle volte gioca a sinistra.
Di lui colpiscono l’impressionante cambio di passo, quella capacità di cambiare ritmo nel pieno della corsa che hanno solo in pochi nel calcio moderno.
Quello che fa credere ai terzini di averti in pugno, per poi in realtà rimanere spesso con un palmo di naso … e vedere di Toledo soltanto i talloni.
Altra caratteristica davvero rara e sempre più decisiva nel calcio moderno è la sua capacità di correre al massimo della velocità tenendo sempre e con apparente facilità, il pallone incollato al piede.
E poi finte, tunnel, “gambetas” a ripetizione.
Ha, ovviamente, margini enormi di miglioramento.
Il cross è da perfezionare e di gol per ora ne ha fatti davvero pochini in Primera (in realtà solo 1 … ma che gol mamma mia !).
Qualche volta eccede nel dribbling e spesso va quasi a cercare il suo avversario diretto anche quando una giocata più semplice sarebbe più produttiva.
Ma se non fosse così, non sarebbe “un’ala”, questa bellissima razza che pareva in via di estinzione ma che il calcio sudamericano, e argentino in particolare, sta rivalutando in maniera importante.
… e quando, fra pochi mesi o addirittura settimane, sentirete parlare di Hernan Toledo e di qualche grande Clubs sulle sue tracce, ricordatevi che qui, tra di noi amanti di quell’inesauribile bacino di talenti che è il calcio argentino, ne avevamo già parlato !!! 😉
Piccolo riassunto di alcune delle sue giocate.
Guardare e … ammirare !